La verità non è a disposizione




Come rifiuti gettati a caso è il più bello dei mondi.

E’ il frammento A107 nell’edizione curata da Giorgio Colli, uno dei miei preferiti tra i numerosi e intensi che il filosofo Eraclito, il filosofo del ‘divenire’, ci ha lasciato. E’ un frammento poco commentato dai dossografi, ovvero gli studiosi interpreti di Eraclito che a posteriori hanno cercato di decifrare i suoi lasciti filosofici, evidentemente piuttosto criptici.

Trovo che sia interessante per il modo paradossale con cui il filosofo di Efeso ci invita a guardare il mondo, fuori da ogni retorica e da ogni pregiudizio. Ci sollecita a non considerare le cose per come appaiono, ma a cercare ciò che vi soggiace. Il più bello dei mondi è come un mucchio di rifiuti gettati a caso, cioè assomiglia a un ammasso di scarti e di spazzatura, ma in realtà non è così, anche se si rivela a noi in questa forma.

Attraverso una metafora estrema, il filosofo porta al massimo della sua forza l’imperativo di non fermarsi alla percezione acritica delle cose. Se ci arrendiamo alla visione dei rifiuti sparsi qua e là, siamo portati a credere che sia stato il caso ad avere operato, ma tale  considerazione è un’impressione di superficie, propria dei ‘dormienti’. Il mondo è sì percepito nel suo insieme come caotico, ma il caos è espressione sensibile di un ordine rovesciato. Si delinea così un ossimoro per cui il più bello dei mondi ha le sembianze della spazzatura, tanto che noi vediamo dei rifiuti laddove dovremmo vedere armonia. Caos e ordine, spazzatura e bellezza sono le parti contrarie dello stesso universo: l’ordine assume le sembianze del caos, mentre la bellezza si traveste da spazzatura.


La verità delle cose non è a disposizione e nemmeno è immediatamente visibile: va ricercata laddove più si camuffa.


Vilma Mazza | Pratiche filosofiche