Dopo aver scoperto di essere irrimediabilmente ammalato, il filosofo scozzese David Hume scrisse nel 1776 My own life. Nonostante avesse dedicato tutta la vita allo studio della filosofia e a correggere le sue opere, complice la malattia, Hume sentì il bisogno di portare i suoi pensieri in un luogo diverso da quello abituale.
Sono poche pagine scritte in modo semplice e asciutto, ma sufficienti a far comprendere la sua storia personale e i suoi sentimenti verso la vita e gli altri. Hume era un metodico, un abitudinario, un uomo gentile e ironico, poco incline alla competizione e per nulla vanitoso. La sua non è stata una vita avventurosa, né straordinaria. La sua biografia, dalla nascita fino a qualche mese prima della morte, è scandita in pochi episodi. Ma ciò che la rende interessante è l’idea di fondo che la sorregge. Essere lui, in prima persona, a voler rendere presente chi fosse Hume e ciò che di lui voleva venisse compreso dagli altri, per rispetto e dovere verso sè stesso e le sue opere.
Non è necessaria una vita eccezionale per sentire l’esigenza di comunicare di sè, è solo richiesta la volontà di non lasciare agli altri il compito di parlare di noi.
La nostra storia ci riguarda.
Sono poche pagine scritte in modo semplice e asciutto, ma sufficienti a far comprendere la sua storia personale e i suoi sentimenti verso la vita e gli altri. Hume era un metodico, un abitudinario, un uomo gentile e ironico, poco incline alla competizione e per nulla vanitoso. La sua non è stata una vita avventurosa, né straordinaria. La sua biografia, dalla nascita fino a qualche mese prima della morte, è scandita in pochi episodi. Ma ciò che la rende interessante è l’idea di fondo che la sorregge. Essere lui, in prima persona, a voler rendere presente chi fosse Hume e ciò che di lui voleva venisse compreso dagli altri, per rispetto e dovere verso sè stesso e le sue opere.
Non è necessaria una vita eccezionale per sentire l’esigenza di comunicare di sè, è solo richiesta la volontà di non lasciare agli altri il compito di parlare di noi.
La nostra storia ci riguarda.

Vilma Mazza | Pratiche filosofiche